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Disturbi Post-Traumatici

COS'E' IL TRAUMA?

 

Il trauma psicologico è la conseguenza dell'esperienza di un evento inevitabile e minaccioso, che lascia la persona impotente e incapace di integrare emozioni, pensieri e sensazioni all’interno di un senso di sé stabile (Krystal, 1988; Herman, 1992; Van der Kolk, 1996)​

I traumi possono assumere diverse forme:

  • I traumi "T" sono ferite causate da eventi singoli, circoscritti, tendenzialmente inaspettati ed estremamente intensi (come un episodio di abuso o violenza, lutti, incidenti o disastri naturali) il cui ricordo è relativamente completo e dettagliato, che possono causare un Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), caratterizzato da sintomi come flashback, incubi e una risposta costante di ipervigilanza.

  • I traumi "t" sono invece il risultato di esperienze cronicamente ripetute, tra cui per esempio un accumulo di umiliazioni, manipolazione psicologica o trascuratezza emotiva subite fin dall'infanzia, che possono portare alla strutturazione di un Disturbo Post-Traumatico Complesso (C-PTSD)​

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Il trauma può emergere da esperienze di minaccia diretta o indiretta, cioè dalla messa a conoscenza di eventi traumatici che coinvolgono persone vicine. La capacità traumatizzante di un evento, però, non dipende solo dalla sua gravità, ma anche da quanto l’individuo percepisce di avere le risorse per farvi fronte (Herman, 1992).​

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Comprendere la natura del trauma è essenziale per individuare il percorso terapeutico più adeguato. La distinzione tra traumi "T" e "t" può aiutare a identificare con maggiore precisione le esperienze che richiedono attenzione, supporto e interventi specifici. Risulta in entrambi i casi fondamentale il riconoscimento del proprio dolore e l'apertura a un processo di guarigione che possa portare a un miglioramento della qualità di vita e al recupero della serenità emotiva.

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TRAUMA E DISSOCIAZIONE

 

Come descrivono Farina e Liotti, il trauma attiva meccanismi di difesa arcaici che interrompono l’usuale esperienza del sé, portando a sintomi dissociativi e alla frammentazione delle memorie traumatiche, che non si integrano nella continuità della vita psichica (Farina & Liotti, 2011)​.

Analogamente ad un osso che si frattura in varie parti a seguito di un trauma fisico, la disgregazione delle funzioni della coscienza deve essere intesa come un effetto collaterale del trauma psicologico, che comporta gravi ripercussioni sulla capacità di regolare le emozioni, sulle funzioni metacognitive e sull'identità personale.

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La Teoria della Dissociazione Strutturale, come concepita da Van der Hart, Nijenhuis e Steele, descrive la personalità del sopravvissuto ad un trauma come divisa in due parti:

  • la Personalità Apparentemente Normale (ANP), che gestisce i compiti quotidiani;

  • la Personalità Emotiva (EP), che rimane bloccata nel tempo del trauma e reagisce a minacce reali o percepite.

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Quando la ANP è attiva, la persona si dedica a compiti come l'accudimento, il lavoro o le relazioni, cercando di evitare i ricordi traumatici. Quando prevale la EP, tuttavia, le reazioni possono riportare a modalità di comportamento legate all'evento traumatico, evidenziando l'assenza di integrazione tra i sistemi di gestione della vita quotidiana e quelli di difesa.

Nel PTSD è presente una dissociazione strutturale primaria, con un'ANP che permette alla persona di vivere e portare avanti relazioni e incombenze lavorative, ed una EP, che si attiva alla presenza di trigger legati allo specifico trauma sperimentato.

Esiste poi una dissociazione strutturale secondaria, caratteristica del trauma complesso, in cui è presente un'ANP e varie EP, che si attivano ognuna ai trigger legati a ciascuna esperienza traumatica sperimentata.

Infine, esiste una dissociazione strutturale terziaria, caratteristica del Disturbo Dissociativo dell'Identità (DDI), in cui oltre alla presenza di varie EP, si individuano varie ANP, causando una più estrema e profonda frammentazione della personalità.

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​​​​​​​​​IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS (PTSD)

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​Il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) può svilupparsi dopo un'esperienza traumatica, come una minaccia di morte, gravi lesioni o violenza sessuale. Le persone possono vivere l'episodio in prima persona, ma è possibile che insorga una sintomatologia post-traumatica anche solo dal racconto di eventi traumatici che hanno colpito familiari o amici. Anche l'esposizione continua a dettagli crudi di traumi, come nel caso di soccorritori, può portare alla strutturazione del disturbo.

I sintomi più comuni e disturbanti sono i flashback, in cui la persona rivive il trauma come se fosse presente, ed i sogni disturbanti. Questi possono causare una perdita temporanea di consapevolezza dell'ambiente circostante, accompagnata da intensa ansia e reattività fisica.

L'evitamento è un altro aspetto significativo: le persone possono cercare di evitare pensieri, sentimenti o situazioni che ricordano il trauma, come luoghi o conversazioni specifiche. Questo può portare a un isolamento sociale e alla difficoltà di affrontare situazioni quotidiane.

Le alterazioni delle emozioni e dei pensieri possono manifestarsi attraverso uno stato emotivo caratterizzato d sentimenti persistenti di paura, colpa o vergogna, nonché una marcata riduzione dell'interesse in attività significative, e da convinzioni distorte su sé stessi o sul mondo, come sentirsi sempre in pericolo o incapaci di fidarsi degli altri. 

Infine, possono manifestarsi alterazioni dell'arousal, come irritabilità, esplosioni di rabbia, ipervigilanza e risposte esagerate a stimoli inaspettati. Le persone possono anche sperimentare problemi di concentrazione e disturbi del sonno.

Per ricevere una diagnosi, questi sintomi devono durare più di un mese e causare un significativo disagio o compromettere il funzionamento in ambito sociale o lavorativo.

 

TRATTAMENTO DEL PTSD

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Dal punto di vista terapeutico, trattamenti come l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) sono particolarmente efficaci per affrontare traumi "T". Questa tecnica aiuta a rielaborare le memorie traumatiche attraverso movimenti oculari guidati o altre forme di stimolazione bilaterale. Lo scopo è quello di ridurre il potere emotivo delle memorie traumatiche e di favorire un miglioramento nel benessere emotivo della persona.

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​​IL DISTURBO POST-TRAUMATICO COMPLESSO (C-PTSD)

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Il Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD) è una forma di disturbo post-traumatico che si sviluppa in seguito a esperienze traumatiche prolungate e ripetute in cui la persona è incapace di fuggire o di modificare l’ambiente dannoso, come nel caso di ripetuti abusi fisici, emotivi o negligenza nelle cure sperimentati nell'infanzia, violenza domestica, prigionia o torture. Al contrario del PTSD "classico", che può derivare da un singolo evento traumatico, il C-PTSD è generalmente associato a traumi cumulativi o continuativi, che alterano profondamente la percezione di sé, delle relazioni e del mondo.

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I sintomi del C-PTSD includono quelli del PTSD, come flashback, evitamento, ipervigilanza e incubi. Tuttavia, il C-PTSD presenta anche sintomi aggiuntivi pervasivi e invalidanti, tra cui:

  • Problemi di regolazione emotiva: difficoltà a gestire le emozioni intense, che possono portare a esplosioni di rabbia, depressione, ansia persistente e senso di vuoto;

  • Cambiamenti negativi nella percezione di sé: spesso si manifestano sentimenti di vergogna, colpa, inutilità e auto-disprezzo. Le persone con C-PTSD possono avere una visione negativa di sé che porta a difficoltà nell'autocomprensione e nell’autostima;

  • Difficoltà relazionali: il disturbo può influire significativamente sulle relazioni, causando diffidenza verso gli altri, isolamento, difficoltà a stabilire legami e tendenze ad attrarre o mantenere relazioni abusive;

  • Sintomi dissociativi e alterazioni della coscienza: questi includono sensazioni di distacco dal corpo o dall’ambiente, blackout temporali e frammentazione della memoria, che compromettono la continuità dell’esperienza di sé e del mondo.

  • Sensazioni di disperazione e impotenza: la persona può sperimentare un senso persistente di disperazione riguardo al futuro e una percezione alterata del significato della vita.

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TRATTAMENTO DEL C-PTSD

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Il trattamento del C-PTSD richiede spesso un approccio terapeutico integrato. Gli interventi psicoterapeutici, come la Terapia Cognitivo-Comportamentale focalizzata sul trauma (TCC), l'EMDR e la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) ed il protocollo Mindfullness Based Stress Reduction (MBSR), sono frequentemente utilizzati per aiutare i pazienti a rielaborare i ricordi traumatici e migliorare la regolazione emotiva. In alcuni casi, viene anche considerata la terapia farmacologica per gestire i sintomi più acuti, come l'ansia o la depressione.

Il trattamento mira a migliorare la consapevolezza emotiva, sviluppare capacità di regolazione, favorire l’autocompassione e promuovere relazioni interpersonali più sane. Il percorso terapeutico può essere lungo e richiede spesso un sostegno costante per aiutare la persona a reintegrare l’esperienza traumatica in un contesto di vita più sicuro e soddisfacente.​​

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